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domenica 21 giugno 2009

La mia triste Italia

La mia triste Italia

[El País]

Un paese che fu bandiera di libertà e cultura ha oggi come premier un politico che censura l’informazione che non lo interessa. Cos’è successo all’Italia? Perché chi l’ama stenta a riconoscerla?

Ho vissuto in Italia più che in Spagna: circa 50 anni. A questo paese, che, secondo l’Unesco possiede il 36% dell’arte del pianeta, io devo molto, sia umanamente che culturalmente. In Italia, dove ho studiato, dove ho respirato per la prima volta l’aria pura della libertà - arrivato molto giovane dal paese della censura, delle condanne a morte arbitrarie, dell’inesistenza di partiti politici - mi diedero la nazionalità per meriti culturali. Lì votai per la prima volta in vita mia. Avevo più di 40 anni. In Spagna non si votava, si viveva solo il terrore.

Ricorderò sempre quella mattina in cui, finalmente, potei introdurre la mia scheda nel segreto di un’urna. Il mio voto, mi dissero, ne valse migliaia. Erano elezioni nelle quali gli italiani cominciavano a stancarsi dei politici, il che li spingeva a non votare. La RAI mi intervistò per chiedermi cosa provasse uno spagnolo che, per la prima volta, poteva votare. Parlai della mia evidente emozione ed mi spinsi a chiedere a coloro che stavano pensando di non recarsi all’appuntamento con il voto, che lo facessero per ripagare la mia pena di non aver mai potuto votare in tanti anni. Più tardi mi chiamarono dalla radio per dirmi che migliaia di persone, tra cui qualche famiglia intera, desideravano che io sapessi che erano andati a votare grazie a me.

In Italia ho potuto pubblicare ciò che non potevo pubblicare nel mio paese (la Spagna, N.d.T.). I suoi quotidiani ed i suoi periodici mi aprirono le porte. Ho goduto del privilegio di conoscere, frequentare ed intervistare personaggi della letteratura e dell’arte che hanno reso grande, in quel momento storico, il paese di Dante e Leonardo, gente come Fellini, Pasolini, Sciascia, Italo Calvino; stilisti come Valentino, Armani, Missoni; grandi imprenditori come Agnelli o Pirelli; magnifici editori come Einaudi o Feltrinelli ….

Persino politici degni come Berlinguer o Moro, o giudici coraggiosi come Falcone, con il quale ho conversato per mesi prima che fosse assassinato. Durante l’incontro con il giudice Falcone eravamo circondati da un nugolo di poliziotti armati fino ai denti e con le sirene spiegate. “È tutto teatro. Quando la mafia lo deciderà, mi ammazzerà lo stesso”, mi disse il magistrato congedandosi con un mezzo sorriso triste. Lo uccisero. Quella era un’Italia che io amavo appassionatamente, nella cui lingua ho scritto i miei primi libri. Fino a quando non è arrivato Berlusconi. Lo vidi atterrare a Palermo, capitale siciliana e cuore della mafia, in elicottero, come un dio pagano. Erano le sue prime elezioni. In pochi credevano che quell’istrione, che mai si era messo in politica, avrebbe potuto vincere in un paese tanto politicizzato come l’Italia. Io pronosticai sul giornale la sua vittoria. Quella mattina a Palermo vidi quasi mezzo milione di persone alzare le braccia verso l’elicottero che portava il Salvatore.

La Mafia siciliana aveva cambiato bandiera. Aveva finito con l’abbandonare la potente Democrazia Cristiana, fino ad allora la sua signora, per offrire il bacio ed i suoi voti all’imprenditore del quale si diceva che possedesse la magica capacità di creare posti di lavoro dal nulla. L’Italia cominciò quel giorno ad entrare nel tunnel della degenerazione. Io ritornai in Spagna.

Adesso vedo, come in un incubo, che gli italiani, che mi avevano dato la gioia per la libertà di informazione e di espressione, devono leggere El Pais per poter conoscere le spudoratezze commesse dal Cavaliere. Dov’è finita quell’Italia che il mondo amava e ammirava?

L’Italia mi difese quando uno dei governi di Franco cercò di processarmi per un articolo che riguardava il comportamento della Chiesa spagnola durante la dittatura militare. Mi convocarono a Madrid. Mi ricevette l’allora ministro Girón. A casa sua. Mi raccontò che un ministro aveva portato il mio articolo ad un Consiglio dei Ministri, chiedendo la mia testa. Franco si limitò, alla fine del Consiglio, a chiamare il ministro Girón e gli disse: “Lasciate stare il giovanotto, altrimenti in Italia lo fanno martire. Però chiamalo e diglielo”.

Era un avvertimento chiaramente mafioso. Così era allora la Spagna. Così è oggi, o quasi, l’Italia.

Nelle mie notti insonni mi chiedo come sia potuta avvenire una tale metamorfosi. Come si sia arrivati attualmente a questa mia triste Italia. Posso solamente farmi alcune domande, dopo la mia grande esperienza italiana.

Perché vinse Berlusconi la prima volta, quando già circolava un libro sui suoi misfatti ed illegalità come imprenditore edile a Milano? Perché i socialisti di Bettino Craxi che, ricercato per corruzione, alla fine morì in esilio, quando arrivarono al potere, permisero a Berlusconi di creare il suo impero televisivo contro tutte le norme della Costituzione? Che cosa fecero o non fecero i comunisti eredi del severo e rispettato Berlinguer, quando, arrivati al potere dopo più di quarant’anni di lotta, lo gestirono tanto male da far sì che gli italiani richiamassero Berlusconi?

In cosa tradirono gli italiani? Perché avevano perso così presto l’essenza di quello che era stato il partito comunista più grande d’Europa e dell’Eurocomunismo, e che riuniva sotto la sue ali, proteggendola dalla mediocrità della destra, tutta l’Intellighenzia, tutta l’arte e tutta la cultura del paese? Un partito, insisto, che aveva come leader un Berlinguer sempre timido e nascosto, figlio legittimo della austera Sardegna, però retto, degno e tanto amato che, il giorno della sua morte, la città di Roma si paralizzò e due milioni di persone si riversarono nelle strade come se la Nazionale avesse vinto un campionato mondiale di calcio.

In quell’epoca fui un severo critico dell’allora potente Democrazia Cristiana, che era al potere da 40 anni e che fu spazzata via a causa dei suoi scandali di corruzione.

Oggi, a tanti anni di distanza, devo riconoscere che ciò che venne dopo, fu peggio. È sotto gli occhi di tutti.

La Democrazia Cristiana, profondamente conservatrice, aveva tuttavia un profondo rispetto per la libertà di espressione dei giornalisti.

Conservo ancora delle cartoline scritte con i caratteri grandi di Fanfani e quelli minuti di Andreotti, entrambi, per diverse volte, presidenti del Consiglio. Ogni volta che pubblicavo un articolo critico su uno o l’altro, nel mio ufficio compariva un motociclista che mi portava una di quelle cartoline, con le quali mi ringraziavano di avere scritto su di loro.

Quando la Spagna stava per entrare nell’Unione Europea, il ministro italiano degli Affari Esteri era Andreotti. All’Ambasciata italiana a Madrid, qualcuno più realista del re decise di fare uno studio dei miei articoli, concludendo che io ero eccessivamente critico con i politici italiani. Chiamarono l’Ambasciatore spagnolo a Roma e, con evidente fare mafioso, gli ricordarono che l’Italia era fondamentale per l’ingresso della Spagna nella Comunità Europea e che i miei articoli non erano di loro gradimento.

La notizia arrivò alle orecchie di Andreotti, che ignorava il fatto. Quella mattina mi chiamò per offrirmi un’intervista. Mi ricevette a braccia aperte. Non si parlò della questione suscitata dall’Ambasciata italiana a Madrid. Mi raccontò aneddoti inediti sulle sue relazioni con l’allora Papa Giovanni Paolo II. Mi disse che il Papa polacco lo invitava a volte a pranzare o a cenare con lui e perfino ad assistere alla messa nella sua cappella privata.
Prima di congedarmi, mi dedicò un libro con queste parole: “Al mio caro collega giornalista Juan Arias, con amicizia”. Andreotti si vantava sempre di essere un giornalista di professione. Ormai alla porta, mi disse: ” La Spagna sarà molto importante nella Comunità Europea. Io l’appoggerò”. Lo fece.

Nonostante ciò, Andreotti soleva dire che ai politici spagnoli mancava la finezza. Purtroppo questa finezza manca oggi a tanti politici italiani, a cominciare dal presidente e dalla sua corte faraonica, che hanno orrore e panico della libera informazione.
Forse non è vero che agli italiani piace tanto Berlusconi - perlomeno agli italiani che conosco io -, forse non gli piacciono neanche tanto gli altri politici.
A questi altri, io diedi il primo voto della mia vita. Cosa triste, come direbbe Saramago.

[Articolo originale "Mi triste Italia" di JUAN ARIAS]


ItaliaDall'Estero

venerdì 12 giugno 2009

Silvio fai pena. Adesso vattene.

borderImage via Wikipedia

Silvio fai pena. Adesso vattene.

[The Guardian]

Per motivi legali, l’Observer non vi può far vedere le fotografie scattate durante una festa tenuta dal Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, all’ormai famosa Villa Certosa in Sardegna. Ora vi darò un momento per rendervi conto della vostra fortuna.

Le foto, apparse sul quotidiano spagnolo El Pais, a quanto pare ritraggono una festa per una delegazione della Repubblica Ceca a cui partecipano Berlusconi, ragazze in topless e, si presume, un uomo piegato su una piscina in “stato d’eccitazione”. L’ex Premier ceco Mirek Topolanek ha confermato di essere lui nella fotografia, ma ha dichiarato che: “E’ stata modificata e la foto non è autentica.” Qualcuno ha qualche motivo per non credergli?

Berlusconi, da parte sua, è già sotto inchiesta per aver usato gli aerei di Stato per trasportare degli ospiti succintamente vestiti ed è anche nei guai a causa di diciottenni, per la sfilata senza fine di “amiche in tanga” (ecc, ecc), ha querelato El Pais poiché secondo lui le fotografie sono un’invasione della sua privacy e l’hanno screditato alla vigilia delle Elezioni europee. La verità è che, qualunque cosa succeda ai votanti italiani questo fine settimana, non è forse arrivata l’ora per noi di urlare: “Lascia stare Silvio, sporca capra della politica europea, il mondo ne ha già avuto abbastanza?”

Dovete capire che non si tratta di un’indignazione istintiva - semmai, l’impulso, sì, è sempre stato quello di trovare Berlusconi patetico, ma anche di riconoscergli dei meriti, qualcuno che incitava a discutere. È stato particolarmente divertente quando i Blair ci sono andati per quella famigerata vacanza gratis, leccando i piedi al loro caro amicone Silvio, il quale sfoggiava la sua bellezza indossando la sua bandana o piuttosto un sosia della nonna di Carlos Santana, in qualunque modo preferiate vederlo.

Questo sembra sia stato il punto di forza di Berlusconi, sia con gli italiani sia con gli altri, lui era in qualche modo una “canaglia adorabile” un po’ in là con gli anni, un vero personaggio che non si sarebbe mai abbandonato a qualcosa di così banale come il politicamente corretto. Perfino i nomi in codice che si era scelto per le festa in villa (Papi) suggeriscono che fosse interessato solamente a una “dittatura” in stile benevolo.

Tuttavia, quando ci pensate, che cosa c’è di così adorabile in un uomo anziano, ricco e potente che si circonda di ragazze mezzo nude? Dov’è il vero senso del personaggio in tutto questo narcisismo? In effetti, proprio come quando un uomo sposato e disinvolto al pub ci prova di continuo può essere divertente all’inizio, col passare del tempo il suo comportamento diventa stancante, fastidioso e anche piuttosto viscido. Piaccia o meno, “la continenza sessuale come questione politica” non è finita assieme al mandato presidenziale di Bill Clinton. Dopo tutto, il Presidente del Consiglio italiano è uno dei dignitari più potenti d’Europa, qualcuno che ha abbastanza influenza per dichiarare o fermare le guerre; è chiedersi troppo se ogni volta che uno punta lo sguardo su di lui non parte subito nella testa la sigla di Benny Hill?

Sarebbe troppo sperare che la villa in cui spende i suoi “momenti d’ozio” non faccia concorrenza alla villa di Playboy per essere il “parco di divertimenti sessuali per uomini di mezza età più pateticamente stereotipato?” Ecco, se non altro, Berlusconi è colpevole di far impallidere gli eccessi dei Baccanali.

E’ troppo? È quasi come se tutto ciò che poteva andare storto a un uomo bianco di mezza età sia successo a Berlusconi. È diventato marcio; una crisi di mezza età andante che indossa dei pantaloncini Vilbrequin. E ne ha 72 di anni! Al che alcuni potrebbero gridare, beh, beato lui. Che male c’è? Ma io potrei argomentare che ci sono parecchie cose che non vanno, così come ce n’erano nel caso Clinton-Lewinsky. Poiché, in questo contesto, ciò che appare come una dimostrazione di virilità e potenza sessuale è senza dubbio una completa mancanza di controllo, per non dire un senso di onnipotenza, di sconvolgente disprezzo per quelle persone da loro considerate inferiori.

Questo è il motivo per cui Berlusconi dovrebbe finalmente andarsene - non perché “non riesce a tenerlo dentro ai pantaloni”, ma perché, proprio come Bill, non è interessato, e chiaramente non considera di occupare una qualsivoglia posizione in cui debba rispondere ai “lacché” che l’hanno votato. In questo modo, Berlusconi è diventato la personificazione del potere diventato rancido. È chiaro, magari siete convinti che noi siamo messi male con Brown - ma date un’occhiata alla Sardegna e riflettete su ciò che altri Paesi sono costretti a subire.

Per quanto riguarda Berlusconi, forse il massimo sarebbe se, ad un certo punto durante le elezioni europee, qualcuno gli iniettasse discretamente del bromuro e lo trascinasse senza fare rumore da parte. Da un punto di vista politico e libidinoso, potrebbe essere considerata eutanasia.

[Articolo originale "Silvio, you're a saddo. Now just go away" di Barbara Ellen]


ItaliaDall'Estero
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mercoledì 10 giugno 2009

L'insostenibile impunità di Berlusconi - Marco Travaglio

Beppe Grillo alla Commissione Affari Costituzionali, Senato

Roccarainola, ecco le preferenze

Roccarainola, ecco le preferenze
ROCCARAINOLA - Ecco le preferenze ai candidati di Lista Colomba e Lista Arcobaleno. In neretto chi comporrà il consiglio comunale nella maggioranza e nella minoranza:

LISTA COLOMBA 2916 voti
Russo Giuseppe 636
Ottaviano Giuseppe 298
Bifulco Nicola 293
Maietta Antonio 200
Sirignano Giovanni 192
Lettieri Antonio 188
Prevete Guido 157
De Rosa Luigi 139
Miele Valentino137
Pierno Nunzia 125
Sirignano Lello122
Sirignano Domenico 110
De Simone Carmen 103
Mascolo Antonio 82
Rega Sebastiano 78
Ambrosino Raffaele 56
LISTA ARCOBALENO 1915
Perrotta Angelo281
Santoriello Vincenzo 214
Vetrano Annibale195
Miele Girolamo 168
Cirillo Antonio148
Lucania Antonio135
Iovino Pasquale
121
De Risi Francesco116
Scotti Nicola98
Miele Aniello93
Della Croce Giuseppe92
Ferrara Roberta69
Miele Angelo59
Bosco Domenico56
Mungiello Aniello51
La Marca Alfredo19
di redazione politica 09/06/2009
Anno II Numero 159

IlNolano.it

Provincia, i "trombati" del Nolano

NOLA - Quarantaremilatrecentotrè. Tanti voti non sono bastati al collegio di Nola per eleggere un proprio rappresentante nel Consiglio Provinciale di Napoli. Nella scorsa legislatura fu rieletto Lazzaro Alfano (Repubblicani), questa volta lo stesso Alfano, candidato nel 2009 con Italia dei Valori, per colpa anche di un sistema elettorale complicatissimo, non è stato eletto: ha totalizzato 3994 preferenze che lo fanno il più votato di Idv in tutta la provincia. Come a dire il candidato ideale nel collegio sbagliato. Stesso discorso anche per l’ex sindaco di Nola Giuseppe Serpico. Il candidato per la Pdl ha raccolto 8501 preferenze che non sono bastate per un posto a Santa Maria la Nova: anche lui, come Lazzaro Alfano, sarebbe stato eletto in quasi tutti gli altri collegi. Buona affermazione per Francesco Iovino della Lista Cesaro Presidente. Il giovane politico di Saviano, alla sua prima candidatura, ha catalizzato su di sé 3516 voti che non sono bastati però per entrare nel Consiglio Provinciale. Il nolano Luigi Caliendo (Pd) va oltre le 5mila preferenze ma resta lontano dal quorum per l’elezione. Discreti consensi anche per un altro nolano come Sabato Iorio che nello schieramento di Sinistra e Libertà si è fatto preferire da 2148 elettori. Da segnalare anche i 1202 voti attributi al consigliere comunale di opposizione di Cicciano Giovanni Alfano (Repubblicani Democratici) che ha pagato il fatto che la sua candidatura è stata ufficializzata solo all’ultimo momento. Esclusioni negli altri collegi che riguardano il territorio nolano: niente da fare per il collegio dei sindaci: nessun seggio per l’ex primo cittadino di Saviano Carmine Sommese Pdl con 11097 voti, il sindaco di Brusciano Angelo Antonio Romano Udc, con 4675 preferenze e l’ex sindaco di Marigliano Felice Esposito Corcione, Pd, con 5916 voti. Nessuna riconferma nel collegio di Poggiomarino per il consigliere e assessore provinciale uscente Aniello Lauri, Sinistra e Libertà 2905 voti. Bocciato anche il sindaco di Pomigliano Antonio Della Ratta Pd con 7771 voti ottenuti. Questi i voti dei candidati alla provincia nel collegio di Nola:

Serpico Giuseppe (Pdl) 8.501
Iovino Francesco (Lista Cesaro presidente) 3.613
Mauro Antonio (Nuovo Psi) 2.301
Bellobuono Domenico (Ad) 1.843
Fusco Antonio (Centro per la Libertà) 1.791
Esposito Francesco Tommaso (Mpa) 1.730
Lace Florestano (Udeur) 1.448
Santoriello Nicola (Pri) 1.356
Ciniglio Antonio (Udc) 1.280
Napolitano Orazio (Dc) 1.162
Martiniello Felice (Italiani nel Mondo) 797
Napolitano Leonardo (La Destra) 588
De Luca Angelo (Adc) 379
Carbone Giuseppe (Pensionati) 126
Caliendo Luigi (Pd) 5.250
Alfano Lazzaro (Idv) 3.994
Iorio Sabato (Sinistra e Libertà) 2.148
Alfano Giovanni (Repubblicani Democratici) 1.202
Serino Elena (Lista Nicolais presidente) 208
Napolitano Maria Pia (L'altro Sud) 31
Monteforte Salvatore (Diritti @ Sinistra) 768
Maddaloni Romolo (Rifond.Com) 696
D'onofrio Raffaele (Sdi) 478
Panico Saverio (P.com.marx-len.) 180
Di Natale Salvatore Lista Rauti) 116
Del Giudice Giuseppe (Federalismo è Libertà) 108
Mascolo Italo (Partito comunista dei lavoratori) 103
Coppola Giuseppe (Part. impotenti esistenziali) 59
Prisco Dario (Sinistra Critica) 55
Assirelli Aldo (Preservativi Gratis) 48
Annunziata Rosa (Lega Sud) 43
Caruso Mario (Insorgenza civile) 31
Iacomino Ciro (Lista Comunista) 29

di ennelle 09/06/2009
Anno II Numero 159

IlNolano.it

martedì 9 giugno 2009

Elezioni Comune di ROCCARAINOLA risultati

Provincia di NAPOLI
Comune di ROCCARAINOLA
Comune inferiore a 15.000 abitanti

Elettori 6.242
Votanti 5.399 86,49 %

Schede bianche 49 0,90 %
Schede nulle 41 0,75 %
Schede contestate e non assegnate - -

Sezioni scrutinate 7 su 7

Candidati sindaco e liste Voti % Seggi

DE SIMONE RAFFAELE eletto 3.252 61,25

LISTA CIVICA - COLOMBA LISTA CIVICA - COLOMBA


11

MIELE ANTONIO
2.057 38,74

LISTA CIVICA - ARCOBALENO LISTA CIVICA - ARCOBALENO


5

Totale


5.309
16

giovedì 4 giugno 2009

Colomba e Arcobaleno, scatta ora x

ROCCARAINOLA - Ennesimo rinvio dovuto al maltempo che ancora una volta scombussola i piani della campagna elettorale valida per il rinnovo della nomina a sindaco di Roccarainola. Il leader della lista “Colomba” Raffaele De Simone ed il suo entourage avrebbero dovuto tenere uno degli ultimi comizi elettorali nella serata di ieri in località Rione Fellino, nella frazione Gescal, ma si è verificato un nuovo spostamento dell'importante appuntamento politico, sempre dovuto all'insolita pioggia che ha intramezzato il passaggio tra i mesi di maggio e giugno. Una pioggia fuori stagione che negli ultimi tre giorni ha creato difficoltà organizzative tanto agli eventi pubblici presenti nell'agenda della lista “Colomba” quanto ai medesimi preannunciati dalla controparte della lista “Arcobaleno, Progresso e Libertà”. Questa sera, mercoledì 3 giugno, si assisterà ad una sorta di derby tra i due schieramenti, i quali a breve distanza l'uno dall'altro saranno impegnati in un incontro con gli elettori ora che le condizioni atmosferiche lo consentiranno, infatti non sono previste piogge per il resto della settimana. La Colomba occuperà il palco allestito già per ieri nel Rione Fellino, ed avrà un ospite illustre, il cantante napoletano Luca Sepe, in pratica la voce ufficiale del partito; lo spot che egli canta sulla falsariga di “Sincerità”, canzone vincitrice dell'ultimo Festival di Sanremo, è presente anche su alcuni portali web di sharing. “Arcobaleno, Progresso e Libertà” si esprimerà invece a Gargani in piazza Sant'Agnello. La condivisione dello stesso giorno per tenere un comizio è causa di problemi legati alla logistica della comunicazione, ma giocoforza si è rivelata una scelta forzata per entrambi i partiti, visto che da venerdì 5 giugno vi sarà un oscuramento della campagna elettorale, che in pratica terminerà domani 4 giugno; i comizi ormai imminenti avranno luogo perciò con una mezz'ora di scarto: alle 20 quello della Colomba, alle 20,30 quello dell'Arcobaleno. Con la due giorni di voto alle porte (6-7 giugno prossimi) è obbligatoria una sintesi accurata del programma politico di entrambi i rappresentanti dei partiti in corsa, per quanto riguarda i punti nevralgici del loro progetto amministrativo: Raffaele De Simone tra le sue priorità inserisce la necessità di affrancarsi dalla gestione privata delle risorse idriche, proponendo in merito anche una consultazione referendaria. Poi, contrastare la disoccupazione dando via ad una sinergia forte con l'industria locale ed intervenire con incentivi adeguati. Infine curare con gli opportuni interventi mirati il gravoso problema dei rischi idrogeologici, che rappresentano una vera piaga per le aree che fanno parte del comune di Roccarainola. Antonio Miele ritiene invece importante ammodernare la viabilità locale costruendo nuove strade per facilitare i collegamenti con le zone circostanti od ampliando le vie esistenti, implementando il tutto con la creazione di nuovi parcheggi; contrariamente a quanto affermato da De Simone, Miele ritiene risolto in maniera adeguata il discorso relativo ai rischi di dissesto idrogeologico, con la realizzazione negli anni passati di canali di scolo per le acque che defluiscono nei territori abitati. Per finire, in merito alla lotta alla disoccupazione, Antonio Miele si dice convinto che la carta vincente sulla quale puntare sia senza ombra di dubbio il turismo, una risorsa che ha bisogno di essere rinvigorita e rimessa in marcia.
di salvatore lavino 03/06/2009
Anno II Numero 153

IlNolano.it

martedì 2 giugno 2009

Sindacato Italia: Non c'è mai limite alla faccia tosta di quest'uomo: Berlusconi: "Ultime Vicende Mi Hanno Favorito"

Berlusconi Vai Via

(AGI) - Roma, 1 giu. - "Da quanto risulta dai sondaggi, ci hanno favorito". E' quanto ha affermato il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenendo in diretta a Telelombardia a proposito delle vicende private che lo hanno riguardato. "Perche' gli italiani - ha proseguito Berlusconi - hanno capito che la sinistra non ha idee e programmi e si e' affidata soltanto all'aggressione al leader del PDL per condurre questa campagna elettorale. Quindi io ritengo - ha affermato - che sia stato un boomerang che tornera' indietro, colpira' la sinistra, che uscira' con le ossa rotta dalle prossime elezioni".
Berlusconi: "Ultime Vicende Mi Hanno Favorito" - (AGI) - Roma, 1 giu. - "Da quanto risulta dai sondaggi, ci
hanno favorito". E' quanto ha affermato il Presidente del
Consiglio Silvio Berlusconi, intervenendo in diretta a
Telelombardia a proposito ...
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